Ecco una lista degli eventi 2008-2011 di Saharan Dust osservati mediante LIDAR , risoluzione temporale di 5 minuti
(cliccare sulle date per visualizzare i plot LIDAR sulle 24 ore)
POLVERI SAHARIANE: 2008
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POLVERI SAHARIANE: 2009
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POLVERI SAHARIANE: 2010
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In questo periodo polveri sahariane sono arrivate ad alta quota nei nostri cieli con venti settentrionali. Questa situazione curiosa era legata alla presenza di un anticiclone atlantico, lo stesso che ha apportato settimane di temperature sopra la media. Le polveri sahariane prodotte in Africa occidentale, come mostra la simulazione satellitale DREAM (ES), sono state "agganciate" dall'anticiclone, trasportati sull'Atlantico, ed infine riportate sui nostri cieli con venti settentrionali. L'alta quota delle polveri osservate presso INO dimostra tra l'altro l'"erosione" della nube da parte del MBL/PBL lungo il lungo percorso.
In questa animazione di HYSPLIT mostriamo le zone di origine delle masse d'aria osservate a 2000-4000 m di altezza per il periodo 15-17 Luglio 2008 |
In questa animazione MODIS NAAPS la "lingua" giallo-verde mostra le polveri Saharane in viaggio nel Mediterraneo per il periodo 15-17 Luglio |
Analisi delle traiettorie di origine delle masse d'aria (HYSPLIT): dall' Africa i giorni 22 e 23 Luglio, dall'Atlantico il 24 Luglio. |
L'animazione dei dati satellitali NAAPS MODIS mostra lo stesso: polveri (giallo-verde) dal N-Africa i giorni 22 e 23 Luglio, aria pulita oceanica il 24 Luglio. In questa animazione gli incendi boschivi non sono visibili. Vedere le nostre pagine Incendi del 22-24 Luglio in proposito!
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La radiazione solare fa si che l'aria riscaldata al suolo salga, trasportando umidita', aerosol ed inquinanti. Le "bolle" di aria calda salgono e si espandono adiabaticamente fino al raggiungimento dell'equilibrio termodinamico al top delllo strato limite planetario (PBL). L'umidita' apportata dalle "bolle" convettive si traduce in NUBI CONVETTIVE. Aria secca dalla troposfera libera penetra invece verso il basso, rimpiazzando le bolle di aria umida in salita. La porzione di atmosfera compresa tra la quota massima raggiunta dalla convezione e la quota piu' bassa raggiunta dall'aria in discesa prende il nome di zona di intrappolamento (entrainment zone). I moti convettivi generano un intenso rimescolamento turbolento, generando il cosiddetto strato rimescolato, la cui temperatura potenziale ed umidita' relativa sono pressoche' costanti in quota . La parte piu' bassa del PBL e' detta strato superficiale. In condizioni ventose, questo strato e' caratterizzato da un forte gradiente di intensita' e direzione del vento dovuto all'attrito col suolo.
Lo strato limite tra tramonto ed alba e' detto strato limite notturno ( nocturnal boundary layer). Questo strato e' caratterizzato spesso da stabilita' verticale dovuta ad assenza di irradiazione solare del suolo e dal raffreddamento radiativo del suolo stesso. Sopra questo strato stabile, il residuo dello strato limite diurno forma il cosiddetto strato residuo (residual layer). |
Schema dello strato limite planetario sulla terraferma, in condizioni di bel tempo. In condizioni di bassa pressione la divergenza delle masse d'aria stabilizza verticalmente lo strato limite, limitandone l'espansione verticale. In condizioni di bassa pressione, lo strato limite e' estremamente piu' complesso e difficile da semplificare come nella precedente figura: la convergenza delle masse d'aria in condizioni di bassa pressione favorisce il moto verticale delle masse d'aria, portando le masse d'aria dal suolo a quote elevate. In questi casi le nubi possono crescere fino al top della troposfera, rendendo molto variabile il top dello strato rimescolato e rendendo spesso impossibile la definizione di un vero starto limite. |
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